
DIVENGERS
SCIENZA E COMUNICAZIONE
Sabato 26 ottobre, a Sacile (PN), i Divengers portano in scena lo
spettacolo “Dio gioca a dadi”, un viaggio di 100 minuti nella scienza
che prende le mosse dalla celebre frase di Einstein, capovolgendone il
significato e provando a guardarla da una prospettiva completamente
diversa. Una celebrazione dell’entusiasmo per la conoscenza e per
l’esplorazione dell’universo che ci circonda.
"Dio Gioca a Dadi", uno spettacolo unico nel suo genere che porta sul palco i Divengers: quattro tra i più popolari divulgatori scientifici della scena social italiana.
I divulgatori, a turno, si divertiranno a mettere alla prova il punto di vista dello scienziato tedesco, giocando con alcuni tra i risultati e gli esperimenti più notevoli della storia dell’umanità, sospesi tra destino e libero arbitrio. Ci parleranno del tempo e della sua dilatazione nella relatività ristretta, per poi passare ad un piccolo viaggio tra i fenomeni apparentemente strani che si possono incontrare in natura. Vi terranno in sospeso tra la bellezza del capire come funzionano, e quella - altre volte - del lasciarsi semplicemente stupire. La ricerca diventerà metafora, nello spaziotempo, di un Dio, che può essere trovato nell’infinitamente grande, ai confini dell’universo, ma anche vicino a noi, o addirittura dentro di noi, nel mondo microscopico dei quanti di energia.
"Dio Gioca a Dadi" è più di uno spettacolo: è una celebrazione dell'entusiasmo per la conoscenza e della bellezza di esplorare l'universo che ci circonda. Ma fate attenzione all’unica controindicazione: quel che vi circonda potrebbe non sembrare più lo stesso.
La serata ha visto una partecipazione particolarmente numerosa da parte di una cittadinanza curiosa di ricevere spunti di riflessione interessanti, sul tema del rapporto tra adulti e adolescenti, in relazione al mondo della notte. Federico Lessio, da un lato, ha offerto ai presenti un racconto della sua esperienza a contatto con le insegnanti e gli adolescenti. La confidenza con il mondo dell’intrattenimento notturno, acquisita nel corso della sua attività di DJ, gli ha messo a disposizione un osservatorio particolarmente interessante su quelle che sono le caratteristiche tipiche di questo contesto. Parlando con le insegnanti e i giovani delle scuole ha voluto condividere con loro parte di questa esperienza, affinché potessero muoversi in un mondo del tutto particolare approfittando dei suoi lati positivi ed essendo maggiormente allenati ad evitarne i rischi. Stefano Carbone, dall’altro lato, ha dato struttura alla serata facendo riferimento alla propria esperienza lavorativa e alle proprie conoscenze di psicologo per gettare luce su cosa rappresenta il mondo della notte per gli adolescenti e come i genitori possono rapportarsi in maniera più efficace e costruttiva alle proprie figlie e figli, nel momento in cui vogliano proteggerle e proteggerli dai pericoli che il mondo al di fuori delle mura di casa potrebbe rappresentare per loro. I temi trattati sono stati molti e molti sono gli angoli oscuri in cui, per una volta, è stata gettata luce con la necessaria delicatezza. Si è parlato dell’esigenza dell’adolescente non solo di provare emozioni e di vivere esperienze per lei o per lui significative, ma soprattutto di sentirsi completamente immersi in una situazione o in un’attività, e di come contesti istituzionali come la scuola non siano più in grado di suscitare questo tipo di sensazioni, che vengono poi ricercate altrove. Si è discusso di come un genitore possa relazionarsi in maniera costruttiva ed efficace con una figlia o un figlio che ricercano lo sballo o il rischio, passando necessariamente per l’abbattimento di luoghi comuni inutili e talvolta dannosi e per l’indagine delle ragioni intrinseche che muovono l’adolescente.
La natura dei temi trattati, ovviamente, ha suscitato un profondo interesse nella platea, che ha molto presto iniziato, con particolare entusiasmo, ad intervenire per confrontarsi con i relatori. Molte persone hanno riportato le proprie personali esperienze, chiedendo maggiori spiegazioni sui concetti più complessi o maggiormente di impatto per dei genitori che non hanno solamente un interesse teorico per il tema, ma si trovano nell’immediata necessità di gestire il rapporto complicato con le loro figlie e figli. Soprattutto per questo riteniamo che l’incontro sia stato prezioso, perché ha fornito un luogo di dialogo aperto e informato, in cui almeno in parte si è potuto discutere di dinamiche che investono inevitabilmente le famiglie, senza che a queste ultime venga dato il necessario supporto nel riconoscerle e gestirle.
Ringraziamo Stefano Carbone, Federico Lessio e tutti coloro che hanno preso parte all’evento. Ci piace pensare che questo momento sia stato solo l’input iniziale di una riflessione su come la nostra società potrebbe affrontare meglio queste tematiche, mettendo a disposizione maggiori strumenti per conoscerle e gestirle.
Ringraziamo, inoltre, il Comune di Brugnera (PN) e il Servizio Sociale dei Comuni Sile e Meduna, enti partner del progetto.