IL BRUCO E LA FARFALLA
INCLUSIONE A COLORI
Tutto ha avuto inizio a fine settembre, quando sei classi dell’Istituto Superiore “A. Scarpa”, di Motta di Livenza, hanno iniziato un’attività ideata e seguita passo passo dalla dottoressa Stefania Polesello Pol, psicoterapeuta che collabora in qualità di esperta esterna per lo sportello ascolto dell’istituto. La finalità: stimolare il confronto sul tema “identità e adolescenza”. Ogni passo di questo percorso è stato accuratamente preparato al fine di creare uno spazio protetto in cui esprimersi liberamente.
Elementi essenziali come la rottura della routine scolastica e la garanzia della più ampia libertà di espressione, hanno permesso a studentesse e studenti di riempire di significato il dibattito, riflettendo su questioni fondamentali quali la percezione di sé, la solitudine, le maschere che creiamo e indossiamo, le imperfezioni e l’autostima. Tutte tessere di un mosaico estremamente complesso e troppo spesso ignorato, o maltrattato, dalla nostra società, quale è l’adolescenza.
Molto si è scritto e molto si è discusso nelle settimane del progetto. Ogni ragazza, ogni ragazzo, hanno avuto modo di mettere su carta la propria riflessione, per poi consegnarla all’analisi collettiva della classe. E anche laddove ciò avesse comportato un’esposizione difficile da gestire per il singolo, è stata offerta la possibilità di spostare il proprio vissuto autentico su un altro soggetto, appositamente inventato, affinché proteggesse le persone in questione. Altra testimonianza della cura con cui è stata intessuta quest’esperienza.
Le sei classi partecipanti hanno concluso il loro percorso trasformando l’avvenuta discussione in una creazione artistica originale, in forma di video, foto commentate o un cartellone scritto a mano, da presentare alla serata finale.
E qui ritorniamo alla nostra sala traboccante di persone. La conduzione della serata è stata affidata alla stessa dottoressa Polesello Pol, che ha saputo accogliere e mettere in comunicazione tutte le parti coinvolte: un ospite prestigioso, lo psicologo e psicoterapeuta Daniele Biondo, esperto nella psicoanalisi di bambini e adolescenti; studentesse e studenti
partecipanti al progetto, assolute protagoniste e protagonisti dell’evento; i genitori, interlocutori chiaramente fondamentali nel momento in cui si discute di rapporto tra mondo adulto e adolescenti; ed infine, ma non per importanza, le e gli insegnanti che hanno seguito le classi in questo percorso.
Si è discusso dell’importanza di trovare un punto d’incontro, ancora possibile, tra giovani e adulti, due mondi che, nonostante possano sembrare universi paralleli, devono necessariamente trovare un punto d’incontro. Ragazze e ragazzi avevano voglia e bisogno di esprimersi, ma anche una grande paura di farlo, non da ultimo per il fatto di doversi esporre presentando le proprie riflessioni a insegnanti e genitori. Per questo, la dottoressa Polesello Pol e il professor Biondo hanno fatto in modo che si sentissero rassicurati e protetti. Possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che la serata è stata un successo che ha superato, vogliamo ribadirlo, ogni nostra aspettativa. Studentesse e studenti hanno lavorato in modo autentico, trovando un palco dal quale esprimere liberamente, se non tutta, almeno una parte di sé. Un momento prezioso, di cui tutti i presenti, compresi noi, potremo fare tesoro. L’inaugurazione di un metodo, speriamo, che potrà essere replicato in altri progetti futuri.
Ringraziamo Daniele Biondo, le studentesse e gli studenti che hanno partecipato al progetto, genitori e insegnanti e tutte e tutti coloro che hanno preso parte a questa interessantissima serata.
Ringraziamo, inoltre, Regione Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli e varie aziende del territorio per il sostegno alla seconda edizione di RIFLESSERE, Festival della Legalità; la città di Motta di Livenza, partner del progetto; l’Istituto Superiore A. Scarpa e il patronato Don Bosco per la collaborazione nella sua realizzazione.